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XXXII ciclo

Anita Paolicchi

Si è laureata a Pisa con una tesi sull’argenteria sacra post-bizantina di forma architettonica (2015) e ha poi conseguito una seconda laurea magistrale in Storia presso l’Università “Babeș-Bolyai” di Cluj-Napoca (2016), con una tesi sull’iconografia dell’Apocalisse come mezzo per comprendere l’identità confessionale degli orafi transilvani. I suoi studi riguardano soprattutto i Balcani, in quanto luogo di incontro culturale, artistico e religioso fra l’Oriente e l’Occidente.

Lauree magistrali:
Apocalyptic imagery and confessional identity: a case study on Transylvanian Saxon goldsmiths, Cluj-Napoca, 30 giugno 2016, relatrice: Conf. Univ. Dr. Maria Silvia Crăciun
Architettura in effigie: un excursus nell’argenteria sacra post-bizantina, Pisa, 29 maggio 2015, relatrice: prof.ssa Antonella Capitanio.

Progetto di ricerca: Contenitori del sacro: un’indagine comparata delle oreficerie liturgiche ortodosse

La ricerca si propone di svolgere una categorizzazione tipologica dei reliquiari e degli artophoria bizantini e post-bizantini, in una prospettiva che ne colga l’evoluzione in costante comparazione (sincronica e diacronica) con oggetti simili in uso nel Cristianesimo latino.

Verranno approfondite poi le categorie più complesse, ovvero quelle la cui forma, simbologia ed evoluzione – o, eventualmente, scomparsa – permettono di analizzare la misura della vicinanza o della distanza fra l’uso greco e quello latino nell’approcciarsi al sacro (soprattutto nella sua componente segnatamente materiale). Particolare attenzione verrà infine rivolta a quei reliquiari che, originariamente destinati al mondo greco, sono stati poi invece inviati in Occidente (o viceversa) e che, nonostante alcuni elementi marcatamente eterodossi rispetto alla “standard”, sono stati integrati nell’orizzonte religioso della comunità che li ha ricevuti.

La somma dei singoli casi che verranno approfonditi permetterà infine di tentare una risposta ad alcuni quesiti teorici sulle reciproche influenze esercitate reciprocamente da Oriente e da Occidente sull’evoluzione dei reliquiari.

Il mondo ortodosso preso in analisi includerà sia l’area costantinopolitana che, soprattutto, i Balcani, eredi e prosecutori di Bisanzio dopo la conquista ottomana e storicamente collegati all’Europa occidentale da “corridoi culturali” – ovvero direttrici di trasmissione di uomini, idee religiose, arte e cultura – che traversavano i Balcani per giungere da Costantinopoli fino in Europa centrale o in Russia. In effetti, nonostante alcuni effetti negativi che la dominazione ottomana ebbe sullo sviluppo dei paesi della penisola, è innegabile che la circolazione di artigiani che volontariamente o involontariamente la traversavano, permise il contatto fra aree lontane sia dentro che oltre i confini dell’Impero Ottomano, favorendo così la definizione di quell’identità ortodossa comune a più regni balcanici che fu premessa fondamentale per lo sviluppo dell’oreficeria post-bizantina.

Ultimo aggiornamento

13.06.2023

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