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XXXIII ciclo

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Laureato con lode nel 2017 in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Siena, i suoi lavori esplorano principalmente problematiche legate alla ricezione dei testi di teatro antico in età umanistica e rinascimentale. Dal luglio 2016 al giugno 2017 è stato Tutor presso l’Università degli Studi di Siena, specializzato nell’assistenza all’insegnamento della lingua latina. Dal settembre 2012 al luglio 2015 ha fatto parte a Siena del Laboratorio Teatrale “L’Antico fa Testo”, prima curando la parte musicale e poi come attore. Dal giugno all’agosto 2015 ha studiato presso l’Edinburgh College.

Tesi magistrale: Un Plauto d’autore: i volgarizzamenti plautini di Girolamo Berardo e Pandolfo Collenuccio nel mondo spettacolare della Ferrara erculea, Università degli Studi di Siena, Corso di Laurea Magistrale in Lettere Classiche (DFCLAM), discussa in data 13/07/2017, Relatore Prof. Gianni Guastella.

Titolo provvisorio del progetto di ricerca: Dai volgarizzamenti plautini “d’autore” ad Ariosto: percorsi di scrittura drammaturgica nel teatro italiano della prima modernità. Tutor: Prof.ssa Marzia Pieri.

Abstract del progetto: Nel 1486 Ercole I d’Este duca di Ferrara decide, allo scopo di accrescere il prestigio culturale della propria corte attraverso la produzione di nuove forme artistiche di avanguardia, di tentare qualcosa che non si era ancora mai visto: portare sulla scena contemporanea in lingua volgare una commedia di Plauto, i celebri Menechini. L’esperimento è destinato non soltanto ad avere successo e a ripetersi, ma anche a fare scuola al di là dei confini del ducato estense, innestandosi gradualmente anche in altri grandi centri di produzione spettacolare dell’Italia centro-settentrionale. È l’inizio di una nuova e intensa fase di sperimentazione drammaturgica, in cui per la prima volta il teatro antico si fa prassi per davvero, spingendosi ben oltre le recite in latino nelle scuole di retorica circoscritte ad una ristretta cerchia di accademici, e inizia finalmente a dialogare in profondità con le numerose e vitali forme dello spettacolo che già componevano il vasto arcipelago della Festa. Obiettivo della ricerca è innanzitutto indagare la scrittura drammatica nei maggiori centri culturali italiani tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, di corte e non solo (quindi Ferrara, Mantova, Roma e Milano, ma anche Firenze e Venezia), alla luce di questa vitale relazione tra antico e moderno, cercando di determinare in che modo il background di cultura volgare (ad esempio l’elemento novellistico, quello lirico-parodico, l’epico-cavalleresco) e la ricezione attiva dei classici (principalmente Plauto e Terenzio, ma anche Ovidio, Luciano o persino Virgilio) reagiscano tra loro nel grande calderone della “comedia” del tempo, un contenitore multiforme ancora lontano anni luce dalla commedia moderna. Particolare attenzione sarà prestata ai processi di produzione del testo. Un riesame delle evidenze documentarie in nostro possesso rivelerà infatti che nel contesto di riferimento non esiste un “testo”, per lo meno non nel modo in la tradizione teatrale moderna ci ha abituato a concepirlo. Esiste invece un microcosmo di testi spettacolari contingenti, la cui vita generalmente si esaurisce al termine dell’evento per cui sono stati pensati (parti scannate per gli attori, canzoni, prologhi, roli, intermedii e molto altro). La testualizzazione definitiva in forma di libro (o, più raramente, manoscritta) risale generalmente a un’epoca successiva alla stesura del testo dello spettacolo, nell’ambito di operazioni editoriali cui gli autori sono quasi sempre estranei e che si basano su materiali eterogenei. Lo studio di entrambe queste fasi imporrà di volta in volta il confronto con problematiche complesse, quali ad esempio il rapporto degli scrittori drammatici con i propri testi e con la loro eventuale diffusione; la possibilità del contributo di diversi specialisti, ognuno con le proprie competenze specifiche, nella stesura dei testi dello spettacolo; l’evoluzione dell’assetto dei paratesti nelle prime stampe (o nei primi manoscritti) di teatro dell’epoca; lo sviluppo e l’affermazione di canoni editoriali di “comedia” contenenti testi dell’epoca e l’importanza che essi avranno nella nascita della categoria del comico moderno.

Ultimo aggiornamento

13.06.2023

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