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XXXIII ciclo

Alcantara Fabio

Nato a Palermo il 24/07/1990:

2010-2013  

Laurea Triennale in Lettere Moderne, Università degli Studi di Siena.

Tesi di laurea in Filologia italiana dal titolo: “Il falco” di Arturo Loria. Edizione critica sugli originali dell’Archivio “Alessandro Bonsanti” di Firenze. Votazione: 110/110 e lode.

2014-2017     

Laurea Magistrale in Antropologia e linguaggi dell’immagine, Università degli Studi di Siena, 13 luglio 2017.

Tesi di laurea in Analisi del film dal titolo: Il ricordo tra le immagini. Jean-Luc Godard, le “Histoire(s) du cinéma” e il cinema come atto di resistenza. Votazione: 110/110 e lode,  relatore: Gianluca Venzi.

Progetto di ricerca: «Cogito ergo video»: gli «anni video» di Jean-Luc Godard

Abstract: Il progetto di ricerca punta all’elaborazione di una prospettiva teorica attorno ai cosiddetti «anni video» di Jean-Luc Godard (1973-1979), inquadrando questi ultimi nel più ampio contesto della storia del cinema e, più in generale, delle arti audiovisive. Si tratta di un periodo di grande sperimentazione, in cui Godard, dopo l’esperienza militante degli «anni Mao» (1968-1972), rivolge direttamente la propria attenzione alle nuove e complesse articolazioni che caratterizzano le società occidentali negli anni Settanta. All’apparente uso semplificato delle tecniche espressive messe in campo in questi anni attraverso le possibilità formative offerte dal video, e alla ricorrenza di alcune delle tematiche da sempre care al regista (il lavoro, l’amore, il sesso, la famiglia, la guerra…), corrisponde ora tuttavia un’inedita complessità poietica, indice di un fare cinematografico che da questo momento in poi informerà, in maniera più o meno evidente, tutta la produzione successiva del regista franco-svizzero. Si tratta di quello che Gilles Deleuze, nel secondo volume da lui dedicato all’immagine cinematografica, definisce come «metodo del tra», un procedere operativo rispetto al quale «[…] la questione non è più quella dell’associazione o dell’attrazione delle immagini. Ciò che conta, al contrario, è l’interstizio tra immagini […]. Non si tratta più di seguire una catena di immagini […] ma di uscire dalla catena ossia dall’associazione». Una poetica degli spazi intermedi dunque, volta a favorire una trascrizione «diretta» del pensiero del cineasta e che, contrariamente alle tendenze spettacolarizzanti o banalmente simulacrali che sembrano dominare l’universo delle immagini audiovisive, appare espressamente orientata a favorire una costante proliferazione del senso, oltre che a stimolare una consapevole e attiva fruizione spettatoriale.

Ultimo aggiornamento

13.06.2023

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