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XXXV ciclo

 Tamborrino

Matteo Tamborrino (Torino, 1992) si laurea in Culture e Letterature del Mondo Moderno a novembre 2016, discutendo presso l'Università degli Studi di Torino una dissertazione in Storia del teatro, dal titolo Giochi senesi: «Gl'Ingannati» dal testo alla messinscena (docente relatrice: Prof.ssa Eva Marinai – esito: 110/110 e lode). Prosegue gli studi nel medesimo ateneo, conseguendo a luglio 2019 la laurea magistrale in Culture Moderne Comparate, con una tesi in Teatro di ricerca e forme della recitazione, intitolata «Dall'urlo al vuoto assoluto». La “distruzione del teatro” di Leo e Perla (docente relatore: Prof. Armando Petrini – esito: 110/110, lode e dignità di stampa). Nel corso degli studi specialistici si occupa, sotto la supervisione del Prof. Antonio Attisani, di teatro e cinema yiddish. Da dicembre 2019 è membro della segreteria di redazione della rivista «Mimesis Journal», attualmente diretta dal Prof. Alessandro Pontremoli; da giugno 2020 è Cultore della materia per il s.s.d. L-ART/05 presso l'Università di Pisa. In ambito extra-accademico, collabora con l'Ufficio Stampa della Fondazione Piemonte dal Vivo – Circuito Regionale Multidisciplinare e con la webzine «Krapp's Last Post» (www.klpteatro.it). Ha svolto un tirocinio presso il Centro Studi/Archivio del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale (tutor: Dott.ssa Anna Peyron).

 

Progetto di ricerca

Titolo provvisorio: Leo de Berardinis e Perla Peragallo a Roma (1977-1983)

tutor: Prof.ssa Eva Marinai (Università di Pisa)

 

Obiettivo della presente ricerca è la ricostruzione – dal punto di vista storiografico e fenomenico – della fase di rientro capitolino di Leo de Berardinis e Perla Peragallo (1977-1983), un periodo poco indagato nella sua organicità, sebbene ricco di ragguardevoli esiti spettacolari, in gran parte accolti dai principali palcoscenici dell'avanguardia romana del tempo.

Nell'autunno del 1976, a bordo di un bizzarro “carro di Tespi” motorizzato e in compagnia delle ultime vestigia del Teatro di Marigliano, la coppia di attori-autori abbandonò l'entroterra partenopeo – sede, per circa un lustro, del proprio auto-decentramento volontario – tornando stabilmente a Roma e ivi inaugurando un'epoca di radicale deflagrazione e ripensamento degli istituti teatrali. Con Annabel Lee del 1981, Peragallo lasciò definitivamente le scene, mentre de Berardinis scelse di proseguire il proprio cammino in solitaria, producendosi per circa un biennio in febbrili ed effimere apparizioni. Dopo il Censimento teatrale da lui stesso promosso nel 1982, l'attore – contattato dalla Cooperativa Nuova Scena – si trasferì a Bologna, fissando qui la propria dimora e dando inizio, con The Connection del 1983, a quella che Claudio Meldolesi ha definito «terza vita di Leo».

L'indagine, condotta sulla base di fonti d'archivio e di testimonianze dirette, si propone di integrare la vicenda dei due teatranti entro un panorama più vasto, fatto di intrecci e di incontri, considerando contestualmente le “vite parallele” di formazioni e artisti (come Spaziozero, la Gaia Scienza, il Beat 72 e Pippo Di Marca) che, più di altri, condivisero con Leo & Perla, in quegli anni, spazi, polemiche o linee progettuali. Il tutto sotto lo sguardo vigile e mecenatesco di Renato Nicolini, assessore alla cultura per il Comune di Roma tra il 1976 e il 1985 (un decennio, quest'ultimo, particolarmente fervido per la storia del Nuovo Teatro italiano, come hanno dimostrato le recenti ricostruzioni di Mimma Valentino).

Ultimo aggiornamento

13.06.2023

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