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XXXIII ciclo

Alessandra Franetovich

Laureata con lode in Storia dell'arte all'Università di Pisa, ha studiato e svolto ricerca presso la Freie Universität di Berlino e la Universidad Autonoma di Madrid. Si occupa di arte contemporanea, in particolare di concettualismo moscovita, arte sovietica non conforme e post-sovietica. Nel ruolo di assistente curatoriale ha collaborato con il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e il Centro Luigi Pecci per l'Arte Contemporanea, come curatrice indipendente ha curato mostre e collaborato con gallerie d'arte e spazi no profit.

Tesi di laurea magistrale Vadim Zakharov: dal concettualismo moscovita alla Biennale di Venezia, Università di Pisa, novembre 2016. Relatore: Prof. Sergio Cortesini, correlatore: Prof. Guido Carpi

Progetto di ricerca: L'archivio come dispositivo di auto-istituzionalizzazione artistica: Vadim Zakharov e l'archivio del concettualismo moscovita.

Abstract: Il progetto si propone di studiare l'archivio del concettualismo moscovita posseduto dall'artista Vadim Zakharov, con il fine di indagare l'influenza esercitata sulla sua produzione artistica e di valutarne il ruolo di dispositivo di legittimazione istituzionale.

Esponente del concettualismo di Mosca, sul finire degli anni Settanta Zakharov ha dato vita a un archivio privato raccogliendo opere e documenti testuali e fotografici relativi a tale movimento artistico, reagendo all'isolamento e all'oblio cui la cultura sovietica non ufficiale sembrava allora destinata. Attivo sino al 2015 l'archivio testimonia le vicende storiche e sociali relative all'artista e alla cerchia concettualista, documentando la trasformazione dello scenario culturale avvenuta con il trasferimento in Germania dell'artista nel 1989 e poi con il crollo dell'Unione Sovietica. L'archivio raccoglie documenti inediti in grado di fornire importanti informazioni sul passaggio da arte sovietica non conforme ad arte post-sovietica, e sulla ricezione, spesso politicizzata, dell'arte russa da parte del sistema artistico occidentale.

Successivamente alla ricostruzione della storia e dei contenuti dell'archivio, si intende analizzare l'impatto esercitato sia sulla produzione artistica che editoriale e teorica di Zakharov, e di indagare il caso alla luce del fenomeno della “poetica dell'archivio” (V. Misiano) propria del concettualismo di Mosca, per approdare infine al suo inserimento in una prospettiva internazionale. Intento di questo studio è sostenere che tra “archiviofilia e archiviofobia” (S. Spieker), Zakharov mette in atto “uno dei più riusciti tentativi di autonomia artistica” (B. Groys), essendo uno dei primi artisti russi a mettere in crisi i limiti della storia dell'arte e della storiografia relative a questa esperienza, anticipando il processo di riscrittura della storia dell'arte attivo nella critica d'arte in Russia e nell'Est Europa.

Ultimo aggiornamento

13.06.2023

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