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XXXIV ciclo

Gianluigi Viscione

Gianluigi Viscione si è laureato in Lettere moderne (a.a. 2014-2015) presso l’Università di Bologna con una tesi su cicli pittorici altomedievali nell’area del ducato di Benevento e successivamente in Arti Visive (a.a. 2016-2017) presso il medesimo ateneo con una tesi sulla tipologia delle chiese a cupole assiali in Italia meridionale. La sua esperienza di tirocinio si è svolta presso l’associazione “Succede solo a Bologna” nel progetto di riqualificazione della basilica di San Petronio.


Tesi di laurea: “Chiese a cupole in asse tra VIII e X secolo”, Bologna il 15/03/2018, relatore Fabrizio Lollini, correlatrice Paola Porta


Titolo del progetto di ricerca: Dinamiche di reimpiego materiale e recupero arcaizzante di frammenti scultorei altomedievali

Abstract: La ricerca si propone di analizzare contesti in cui avviene un recupero funzionale di frammenti scultorei altomedievali in momenti di riallestimento architettonico di una serie di edifici cronologicamente collocabili a partire dall’XI secolo o il recupero di formule decorative altomedievali, considerati inattuali per l’epoca. Il suo scopo è quello di estendere lo studio dei contesti di recupero materiale e decorativo, insomma la dinamica del recupero del passato, oltre e non solo al rapporto con l’Antico e di superare l’approccio a questo studio secondo categorizzazioni inevitabilmente posteriori. La bibliografia specifica sull’argomento è quasi totalmente assente, eccetto che per alcuni studi condotti su dinamiche analoghe nel contesto cistercense. La mia intenzione ovviamente è quella di redigere un catalogo accurato e meditato prima di giungere a qualsiasi conclusione interpretativa, a ogni modo imprescindibile. Sovraccaricare di senso queste modalità di reimpiego è un rischio da non sottovalutare, ma non possiamo trascurare che il loro riuso sia una dichiarazione di valore come dimostrato dalla frequente collocazione strategica dal punto di vista architettonico, visivo e cultuale.
Uno dei nodi critici da risolvere è sicuramente quello di riconoscere il reimpiego di materiale scultoreo cronologicamente collocabile in epoca altomedievale da quello frutto di una rilavorazione contemporanea al riallestimento, ma secondo logiche decorative inattuali o marginali per quell’epoca. Fondamentale sarà anche distinguere i reimpieghi avvenuti in antico da quelli frutto dei riallestimenti più recenti (successivi al XVIII secolo). La metodologia applicata, oltre allo studio del materiale d’archivio, prevede uno studio preventivo dell’origine e dell’evoluzione di alcune tipologie decorative altomedievali.

Ultimo aggiornamento

13.06.2023

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