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Ciclo XXXV

 Lovino Orazio

Orazio Lovino

Laureatosi con lode in Storia dell’arte presso l’Università di Firenze (2019), ha effettuato due soggiorni di studio all’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne (2012-2013, 2016). Nel ruolo di stagista ha collaborato con il Départment des arts graphiques del Musée du Louvre (2016) e la Galleria degli Uffizi (2014), per la cui direzione ha in seguito lavorato come collaboratore esterno (2014-2017). È stato membro del comitato scientifico per la Pinacoteca comunale d’arte contemporanea “Domenico Cantatore” di Ruvo di Puglia.

Attualmente è dottorando all’Università di Pisa con borsa a tematica vincolata per Storia dell’Arte “I tempi delle strutture. Resilienze, accelerazioni e percezioni del cambiamento nello spazio euro-mediterraneo” (Progetto ministeriale Dipartimenti di Eccellenza 2018-2022). I suoi interessi, già focalizzatisi sulla figura del pittore novecentesco Domenico Cantatore, sono principalmente rivolti alla produzione pittorica in Italia meridionale tra Quattro e Cinquecento.


Tesi di laurea magistrale

Pittura in Terra di Bari a cavaliere di due secoli, Università degli Studi di Firenze - Dipartimento SAGAS, 21 febbraio 2019, relatore prof. Andrea De Marchi, correlatore prof. Cristiano Giometti

 

Titolo del progetto di ricerca

La pala d’altare nel Regno di Napoli (1443-1530). Persistenza del polittico e lenta affermazione della pala quadra

 

Abstract

La presente ricerca intende indagare lo sviluppo della pala d’altare nelle province del Regno di Napoli nell’arco cronologico che intercorre dall’investitura di Alfonso il Magnanimo (1443) all’incoronazione di Carlo V (1530). Si tratta di uno studio tipologico, inedito per l’Italia meridionale, volto a ripercorrere l’evoluzione del dipinto d’altare, che si pone come ideale prosecuzione della tesi magistrale dedicata alle pale d’altare dipinte tra XV e XVI secolo in una delle province regnicole, la Terra di Bari, da cui è emersa l’indiscussa predominanza della forma paratattica del polittico – a singolo o doppio registro – rispetto a quella moderna della pala quadra a spazio unificato.

Si tenterà di ripercorrere l’evoluzione del dipinto d’altare meridionale esaminandolo sotto i seguenti punti di vista: strutture architettoniche, carpenterie, tecniche decorative e relativo lessico documentario, senza tralasciare gli aspetti stilistici che andranno messi a confronto con i precedenti per verificare come la produzione delle pale si muova rispetto ai fenomeni di tradizione o di innovazione sul piano figurativo. Andranno dunque individuate le tipologie principali, che potranno denunciare ora influssi allogeni, ora sperimentazioni autonome locali. Parallelamente si terrà conto dei differenti contesti di committenza e del ruolo che essi possono aver svolto, o meno, nel determinare preferenze tipologiche, stilistiche e iconografiche.

Il Regno di Napoli può rivelarsi osservatorio privilegiato per tale tipo di studi: per via della sua estensione geografica, è al centro di una ricca rete di traffici commerciali e dinamiche socio-politiche che hanno fertilizzato la scena artistica, in cui si muovono maestranze e opere di varia provenienza. I riflessi di tale polifonia culturale, già messi in luce sul piano stilistico dalla critica, potranno rintracciarsi sulla dimensione tipologica della pala d’altare.

Ultimo aggiornamento

13.06.2023

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