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Ciclo XXXV

Ingrassia

Nata a Prato, ha conseguito il diploma di maturità, con specializzazione in Rilievo e catalogazione dei beni culturali, presso il Liceo artistico Leon Battista Alberti di Firenze, nel 2009.

Si è laureata nel 2015 presso la Scuola di Alta Formazione e di Studi dell’Opificio delle Pietre Dure in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali (Laurea magistrale a ciclo unico LMR/02) con la tesi: “Misure e segni. Curvature” di Bice Lazzari. Studio preliminare, progetto di restauro e intervento conservativo. Relatori: Oriana Sartiani, Marco Ciatti, Giancarlo Lanterna, Mattia Patti e Luciano Pensabene Buemi.

Da dicembre 2018 è Funzionario Restauratore del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, attualmente in servizio presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

 

Progetto di ricerca: “La questione è quella della pittura, della pittura e del dipingere”. Pittura Analitica: Studio dei materiali, delle tecniche e analisi dei processi di degrado

 

Tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta la progressiva marginalizzazione della pittura portò alcuni artisti a riflettere sul rapporto artista-opera e sui caratteri fondamentali del linguaggio pittorico: superficie, colore e segno. Emergeva fortemente l’esigenza di mettere al centro della produzione artistica il legame con i mezzi del dipingere, con gli strumenti e con la pratica della pittura stessa. Questa corrente di pensiero venne definita “Pittura Analitica”.

Obiettivo della ricerca proposta per il percorso di dottorato è ampliare la conoscenza dei materiali e delle tecniche utilizzate da Giorgio Griffa e Pino Pinelli, artisti afferenti alla corrente, proprio per meglio conoscere quelle parti materiali e produttive che erano al cuore della Pittura Analitica.

In tale ottica sarà utilizzato lo strumento dell’intervista all’artista per comprendere, attraverso le testimonianze dirette, le riflessioni dietro la scelta e la metodologia di utilizzo dei materiali, oltre alle considerazioni personali circa il degrado attuale subito delle opere e come vengono percepiti, auspicati o rifiutati  eventuali interventi di restauro.

Lo studio delle opere presenti in alcuni dei principali musei di arte contemporanea in Italia, tra cui il Museo del Novecento di Milano e il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, permetteranno di raccogliere e confrontare le informazioni sullo stato di conservazione, in relazione alle caratteristiche degli ambienti espositivi e alle precauzioni adottate durante la movimentazione e il deposito. Saranno individuati alcuni casi studio su cui, eventualmente, effettuare approfondimenti mediante diagnostica per immagini, indagini non invasive e micro-invasive, finalizzate alla caratterizzazione dei materiali impiegati, all’individuazione dei processi di degrado e alla conoscenza della tecnica esecutiva. I risultati ottenuti potranno dare preziose indicazioni per futuri interventi conservativi.

Ultimo aggiornamento

13.06.2023

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