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Ciclo XXXVI

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GIULIA SPINA

Si è formata all’Università di Firenze, dove ha conseguito la laurea triennale in Storia e tutela dei beni artistici (2009-2012), la laurea magistrale in Storia dell’arte (2013-2016) e il diploma di specializzazione in Beni storico-artistici (2018-2020), discutendo tesi su argomenti di pittura del Trecento e del Quattrocento tra Umbria e Marche, sotto la guida del prof. Andrea De Marchi. Ha svolto un anno di studio all’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne ed è stata stagista presso l’Institut National d’Histoire de l’Art, collaborando al Repertorio online dei dipinti italiani in Francia (2013-2014). Ha lavorato al Museo Piersanti di Matelica (2016-2018), dove si è occupata dello studio della collezione e dell’organizzazione di mostre e convegni. Ha collaborato a progetti di catalogazione del patrimonio culturale della Regione Marche e ha svolto un tirocinio presso la Fondazione Zeri di Bologna (2019-2020) per la catalogazione del fondo fotografico di Everett Fahy.

 

Tesi di laurea

Tesi di laurea triennale: Il monastero farfense di Santa Vittoria in Matenano e i suoi affreschi (rel. Prof. A. De Marchi, corr. Prof. G. Tigler).

Tesi di laurea magistrale: Fra Marino Angeli e la pittura tardogotica nel Piceno farfense (rel. Prof. A. De Marchi, corr. Prof.ssa S. Chiodo, Dott. M. Mazzalupi)

Tesi di specializzazione: La chiesa di Santa Maria Novella a Perugia. Fasi costruttive e decorazione pittorica dalle origini alla metà del Cinquecento (rel. Prof. A. De Marchi, corr. Prof. F. Cervini)

 

Progetto di ricerca

Sugli itinerari di Bartolomeo di Tommaso da Foligno (attivo 1425-1453): la pittura del secondo e terzo quarto del Quattrocento tra Marche, Umbria, Romagna, Abruzzo e Lazio.

La presente ricerca intende seguire le tracce di Bartolomeo di Tommaso da Foligno, pittore ampiamente documentato dal 1425 al 1453, per analizzare varie problematiche della pittura del Quattrocento nei territori in cui si è svolta la sua attività itinerante, da Cesena a Roma passando per varie località adriatiche e appenniniche.

Bartolomeo di Tommaso è tra le figure chiave delle definizioni critiche di “Rinascimento umbratile” di Roberto Longhi e di “Pseudo-Rinascimento” di Federico Zeri. Il pittore rappresenta infatti la radice di una corrente alternativa alle novità rinascimentali, segnata da persistenze di stili, temi e tipologie.

L’intenzione è quella di proporre nuove coordinate per lo studio di Bartolomeo di Tommaso, per rivalutare il suo ruolo storicamente così importante nella pittura del Quattrocento. Per farlo, però, non ci si può limitare a un lavoro puramente monografico: è il pittore stesso, in quanto personalità che mette in relazione i territori della Romagna, delle Marche, dell’Umbria, dell’Abruzzo e del Lazio, che richiede uno studio di taglio panoramico. Muovere da Bartolomeo di Tommaso per capire il contesto e viceversa: è questo il vero obiettivo della ricerca.

La traccia del suo percorso e le varie diramazioni andranno di volta in volta seguite per aprire finestre di indagine sui vari contesti territoriali. Parallelamente all’analisi filologica dei testi figurativi, si affronteranno tematiche trasversali, riguardanti le tecniche pittoriche e decorative, la tipologia delle opere e in particolare la persistenza del polittico gotico, i rapporti con i contesti e con i luoghi, la peculiarità di modelli e iconografie e le relazioni con la committenza.

Ultimo aggiornamento

13.06.2023

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