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XXXVII ciclo

Ruhama Santorsa, diplomata in pianoforte (2012, vecchio ordinamento) presso il conservatorio “E.F. Dall’Abaco” di Verona, ha proseguito i suoi studi conseguendo un Diploma Accademico di II livello in Pianoforte solista (2014). Nel biennio 2015-2016 ha frequentato il conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento dove ha conseguito un Diploma Accademico di II livello in Musica da camera, con un trio composto da clarinetto, violoncello e pianoforte. Nel 2020 si laurea in Discipline della Musica e del Teatro presso l’Università di Bologna con una tesi dal titolo ‘Di locanda in locanda e sempre in sala’ di J.S. Mayr: studi preliminari per un’edizione critica (Relatore Prof. N. Badolato, Co-relatore Prof. A.Wiklund).

Ha lavorato come docente di propedeutica musicale, pianoforte ed educazione musicale in diverse scuole secondarie di primo grado e private nell’area veronese.

Ha collaborato ai progetti di ricerca legati alla figura di Luciano Chailly organizzati dall’Università, la Filarmonica e l’Archivio provinciale di Trento (Web-Conference ‘Il suono conquistato e organizzato’: Luciano Chailly nel centenario della nascita; stesura del saggio La tradizione ri-formata: la Sonata Tritematica n. 5 di Luciano Chailly (con Alberto Delama), in ‘Il suono conquistato e organizzato’. La musica secondo Luciano Chailly, a cura di Marco Uvietta e Alberto Delama (Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2022), con cd allegato Rêverie d’un musicien: Omaggio a Luciano Chailly (1920–2002).

Titolo provvisorio del progetto di ricerca: Ritratti di donne. La farsa veneziana per musica come specchio della società femminile tra Sette e Ottocento

Abstract

La ricerca si propone di far luce sull’immagine di femminilità che emerge dalle farse veneziane per musica a cavallo fra Sette e Ottocento, momento in cui il teatro comico è ritenuto dai suoi stessi spettatori «non più un’evasione dalla vita quotidiana di cui non hanno bisogno, ma piuttosto un ragionevole specchio dei loro problemi, dei loro meriti, e perfino dei loro difetti» [Fido 2000]. Lo studio verte in particolare sul repertorio costituito dai libretti delle opere in un atto rappresentate in prima assoluta al teatro di San Moisè tra il 1797 e il 1817. I risultati saranno poi messi a confronto con il contesto coevo – delineato dagli studi storico-sociali attraverso l’analisi degli scritti contemporanei, giornali e dibattiti – per appurare il grado di realismo di quei testi teatrali. Il genere farsesco, e in particolare quello di carattere sentimentale, attinge infatti a tematiche e personaggi dell’attualità, con ambientazioni quotidiane vicine al pubblico popolare e borghese cui a Venezia si rivolgeva e che era indotto a identificarsi con quanto rappresentato sulla scena.
La ricerca vuole dunque indagare le modalità di rappresentazione delle donne sul palcoscenico, per comprendere se e in quale misura nella farsa veneziana per musica si riflettano aspetti delle strutture sociali così come le ideologie della società patriarcale. Sarà insomma cruciale comprendere la funzione della presenza in scena del personaggio femminile: se rivesta importanza unicamente come piacere visivo o, piuttosto, implichi significati più profondi; fino a che punto sia l’agente scatenante degli avvenimenti e diventi l’oggetto principale della narrazione; se acquisisca valenza autonoma o solo in rapporto alla figura maschile. Verrà inoltre condotta un’indagine su alcune delle partiture superstiti con un focus su arie e numeri chiusi che vedono coinvolti i personaggi femminili.

Interessi di ricerca

Il teatro dell'opera tra XVIII e XIX secolo, in particolare il genere della farsa dal punto di vista drammaturgico e culturale; la filologia musicale; la musica strumentale tra il XVIII e il XX secolo.

Contatti: ruhama.santorsa@unifi.it; ruhama.santorsa18@gmail.com

Ultimo aggiornamento

21.09.2023

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