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Arianna Latini - ciclo XXXVIII

Dr.ssa Arianna Latini

Arianna Latini (Fabriano, 1992), dopo la laurea triennale in Beni ed Attività Culturali presso l’Università di Perugia, ha conseguito con lode la laurea magistrale in Arti Visive presso l’Università di Bologna discutendo una tesi in storia dell’arte medievale dedicata al pittore Francescuccio di Cecco, sotto la guida del Prof. Daniele Benati (2018). Ha proseguito gli studi presso l’Università di Firenze ottenendo a pieni voti il diploma di specializzazione in Beni storico artistici con una tesi sull’oratorio dei Beati Becchetti a Fabriano (2021), relatore il Prof. Andrea De Marchi. Ha collaborato come tirocinante presso la Fondazione Federico Zeri per il riordino e la catalogazione del fondo fotografico di Everett Fahy (2020-2021).

 

Tesi di laurea magistrale in Storia dell’Arte Medievale, Università di Bologna: “Francescuccio di Cecco e la pittura a Fabriano nella seconda metà del Trecento”

Relatore: Prof. Daniele Benati, Correlatore: Dott. Gianluca del Monaco

 

Tesi di specializzazione in Storia dell’Arte Medievale, Università di Firenze: “L’oratorio dei Beati Becchetti a Fabriano: una topografia sacra restituita”

Relatore: Prof. Andrea De Marchi, Correlatore: Prof. Fulvio Cervini

 

Progetto di ricerca

Il progetto ha lo scopo di elaborare una catalogazione quanto più completa possibile delle tavole di devozione individuale prodotte da artisti romagnoli, umbri e marchigiani tra l’inizio del XIV secolo e indicativamente il quarto decennio del XV secolo. Le opere verranno studiate da vari punti di vista: iconografico, per riuscire ad individuare un plausibile contesto di provenienza; morfologico, per tentare di ricostruire l’originario aspetto di questi manufatti, molto spesso smembrati e dispersi; tipologico, al fine di identificare le fogge più ricorrenti e ripercorrere l’evoluzione di questo particolare formato di opere nelle regioni di interesse. A questa metodologia si affiancherà ovviamente anche un tipo di analisi stilistica, indispensabile per quelle opere che ad oggi non hanno ancora ricevuto un’attribuzione certa.

Accanto ai protagonisti più noti, come Giovanni Baronzio e Allegretto Nuzi, ci si concentrerà anche sui numerosi artisti ancora anonimi, utili per poter tracciare il profilo di un contesto artistico più ampio che insiste in un territorio geografico estremamente permeabile nel periodo circoscritto dal progetto di ricerca. Si dovrà sempre tener presente che importanti cantieri marchigiani nel XIV secolo furono affidati ad artisti riminesi e non mancarono artisti marchigiani attivi in contesti umbri di primo piano.

In mancanza di fonti documentarie come contratti fra committente e artista, ma anche di firme apposte sulle opere, verranno prese in considerazione altre fonti scritte come inventari post mortem, testamenti, vite dei santi o gli atti dei processi di canonizzazione in cui non manca il racconto di episodi prodigiosi avvenuti davanti a queste anconette. Ciò che si ricava leggendo questi documenti sono i termini con cui le fonti, più o meno coeve, citano questi oggetti (tabula, tauletta, maistà…), specificandone a volte la collocazione e l’utilizzo. 

La mappatura finale consentirà anche di capire le modalità con cui questo tipo di produzione si poneva in relazione con le testimonianze artistiche contemporanee, tentando così di evidenziare eventuali derivazioni e influenze in un ampio territorio del centro Italia che aveva in Venezia e nella Toscana i due poli di attrazione principali.

Ultimo aggiornamento

16.10.2023

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